OPERA DON BOSCO SAMPIERDARENA – OPEN DAY – Venerdì 11 NOVEMBRE DALLE ORE 9,00 ALLE ORE 18,30 per le Scuole dell’Infanzia, Primaria, Secondaria 1° grado.
Gli insegnanti dell’OPERA DON BOSCO SAMPIERDARENA saranno a disposizione per darvi tutte le informazioni e per accompagnarvi a visitare i locali e a vedere i ragazzi al lavoro. Ma non finisce qui.. dalle ore 16,30 alle 18,00 TUTTI I NONNI SONO INVITATI A PARTECIPARE AD UNA DIVERTENTE SFIDA CANORA DOVE I GIURATI SARANNO I BAMBINI dell’OPERA DON BOSCO SAMPIERDARENA: presso il teatro “Il Tempietto” con entrata dall’interno dell’Istituto. Per partecipare contattare il numero 3932315970 o scrivere una email a alberogenerosobosco@libero.it
OPERA DON BOSCO SAMPIERDARENA
Nel 1872 San Giovanni Bosco dava il via all’opera che oggi è il “Don Bosco” di Sampierdarena. Il suo sviluppo, nel tempo, è stato continuo fino all’attuale complesso.
Con l’aiuto della San Vincenzo, don Bosco, nel 1871, aprì una casa a Marassi, sul declivio orientale del Bisagno. Ben presto però si rese conto che il posto era inadeguato per crearvi un ospizio per artigiani e pensò alla zona di Sampierdarena. Le difficoltà nella nuova casa furono tante. Col tempo però tutto si sistemò. Fu reso agibile l’antico convento. Fu ampliata e risistemata la chiesa. A fianco della chiesa fu innalzata la prima costruzione. Intanto il numero di ragazzi aumentava: oltre all’ospizio destinato ai giovani orfani, si aprì subito anche l’oratorio festivo, dove accorse numerosa la gioventù in città.
La generosità dei genovesi aiutò a superare la povertà dei mezzi e permise il lento, ma incessante adattamento dell’Opera, sensibile alle nuove emergenze.
La questione sociale
La seconda metà dell’800 segna il passaggio dall’artigianato all’industria. Impellente era la richiesta di operai qualificati e di tecnici. Per questo don Bosco nel ’74 allarga l’Ospizio aumentando la capienza delle scuole professionali. C’erano falgnami, sarti, calzolai. Aggiungerà con ritmo veloce meccanici, tipografi, stampatori e legatori.
La questione sociale ed in particolare la questione operaia, nella seconda metà dell’800, si fa scottante anche in Italia. Per don Bosco la soluzione consiste nella educazione professionale come strumento di elevazione della dignità e della condizione del giovane operaio. E la storia gli ha dato ragione. A Genova, città essenzialmente industriale, cura in particolare l’istruzione professionale. La sua opera è la prima in ordine di tempo e d’importanza in Liguria. E’ l’opera di un uomo che ha colto i problemi del suo tempo e ne tenta una originale risposta.
Da “Ospizio san Vincenzo de’ Paoli” a “Opera don Bosco”
L’Ospizio di S. Vincenzo de’ Paoli ospitava già 42 giovani nel 1872, che divennero 500 nel 1935. Il leggere, lo scrivere e far di conto era allora un dogma sociale. L’apertura del Ginnasio poi formò in tanti anni una schiera di ex-allievi che portano ancora nella vita indelebile il ricordo dello spirito di don Bosco.
Oggi chi chiamiamo “Istituto don Bosco” in onore de fondatore e siamo rimasti fedeli alla alla consegna di porre attenzione all’emergenza e di dare risposte flessibili.
Parlare del don Bosco di Sampierdarena è parlare della vita e della storia di un quartiere. Infatti da più di cento anni il don Bosco ha vissuto in simbiosi con il quartiere , gioie e dolori, comprese le due guerre e la fatica della ricostruzione , la migrazione interna del Meridione d’Italia; poi l’inizio della migrazione dall’Africa, dall’Asia e dall’Est Europa, e, dal 1996 lo stanziamento massiccio dei latino americani in particolare gli equadoriani.
Sono passati oggi 138 anni. Sampierdarena si è dimostrata una scelta giusta, per la sua vocazione opraia e industriale. Un terreno ricco di futuro per i ragazzi di Don Bosco, che, sempre più numerosi, hanno costretto a pensare e ripensare le strutture, in funzione dei sempre nuovi sbocchi di lavoro. Il don Bosco è stato da sempre una “casa”. Un solo dato: nell’immediato dopo guerra, al don Bosco sono stati ospitati, anche a mangiare e dormire, fino a 500 fragazzi! Dove trovavano i Salesiani le risorse immense per questi servizi? Noi diciamo: la Provvidenza. Tutta Genova ha sempre visto con grande interesse e amore lo sforzo di quest’opera. Oggi, per le difficoltà economiche generali, questa Provvidenza continua. Quanta storia nei cortili, fino a ieri polverosi, del don Bosco. Si può dire che tutti i Sampierdarenesi sono passati e cresciuti nell’Oratorio.
La scuola
A Sampierdarena la caratteristica prevalente fu la scuola di Arti e Mestieri. Seguendo poi l’evoluzione della scuola in Italia si succedettero il ginnasio, l’avviamento, la scuola media e le classi della qualifica professionale che preparava operai richiesti dal mondo del lavoro. Nel 1963 nacque l’Istituto Tecnico Industriale, per meccanici; poi si aggiunsero gli elettrotecnici, poi gli elettronici, poi gli in formatici. Fino a non molti anni fa, attestano i Salesiani che da tempo sono presenti nell’Opera, le grandi industrie genovesi si premuravano di chiedere al don Bosco gli elenchi dei ragazzi ancor prima che fonissero i loro studi, per assumerli subito nel mondo del lavoro.
Il passaggio di Genova da città industriale a città dei servizi, e la riforma scolastica che sembrava privilegiare i Licei, ha fatto si che nel 1991 nascesse anche un Liceo Scientifico. Nel 2000 sorse il Liceo Scientifico Sportivo che però ha avuto una breve durata. Infine sono sorte altre attività educative: nel 1998 nasce” L’Albero Generoso”: il “nido”, la scuola materna e la scuola primaria.
Sempre nell’alveo della scuola non possiamo tacere il Centro di Formazione Professionale nato nel 1999 e oggi fiorente con il Corso quadriennale, il Corso biennale e i corsi per gli Over18.
L’Oratorio
Oratorio è l’intuizione principale di don Bosco. Da qui prende l’avvio ogni sua opera. E’ la casa dei giovani, il loro punto di ritrovo, ma non principalmente per “passare il tempo”, ma per partire, per operare scelte di vita: l’Oratorio non è solo un “luogo”, ma anche uno stile, lo “stile oratoriano” che è un modo di vivere, di impostare la propria crescita, anche a Sampierdarena l’Oratorio è la principale porta d’ingresso nel’lOpera don Bosco per valutare ed accedere alle varie offerte educative: iniziative culturali, sociali, ricreative; la scuola, il catechismo, l’associazionismo, la scelta di diventare animatore o ancor più entrare nella grande famiglia Salesiana come ex-allievo, cooperatore o , (perchè no?) come consacrato o consacrata.
Dall’Oratorio nasce la Conpagnia teatrale il Sogno, il Coro, il Centro sportivo Paladonbosco e tante altre iniziative, sportive, ricreative e associative a favore dei ragazzi della zona e della città.
L’Oratorio è sicuramete una scuola di vita.
Parrocchia
E’ il terzo pilastro della presenza del don Bosco di Sampierdarena.
Nel 1884 don Bosco accetta la richiesta di Mons. Magnasco, vescovo di Genova, di animare la Parrocchia di san Gaetano: la prima Parrocchia di tutta la Congregazione. Collegate alla Parrocchia crescono le opere assistenziali e patronali; si sviluppa altresì l’Oratorio che per la gioventù sampierdarenese diventa un efficace punto di riferimento per un progetto che supera il tempo.
La Parrocchia, Chiesa locale, è luogo di formazione cristiana ed umana; di accompagnamento nel cammino della vita, dal momento del suo inizio sino al termine umano, attraverso la liturgia e la preparazione e il conferimento dei sacramenti. Ma è anche un luogo dove si intrecciano il dialogo con tutti quellli che sono in ricerca, la solidarietà verso i più poveri, le proposte per una migliore qualità di vita, l’attenzione ai malati, ai soli agli emigrati. E’ il luogo dove è visibile e insostituibile la dimensione del Volontariato.
I nuovi cittadini
Dal 2005 il don Bosco di Sampierdarena veste i colori del mondo: ha aperto il cuore e le porte ai numerosi emigrati in cerca di spazi per giocare, di una chiesa per pregare e di aiuole per studiare. Attualmente ospitiamo la Scuola Superiore “Josè Maria Velaz” per periti informatici. Gli studenti, giovani emigrati lavoratori, vengono a studiare il sabato pomeriggio e la domenica mattina. I nuovi arrivati, in gran parte latino americani, sono l’ultimo tocco di novità che corre col tempo: l’Ospizio di 138 anni è ora Casa del mondo.
Il nucleo animatore
Anima di tutta l’Opera e ovviamente la Comunità religiosa dei Salesiani; è il nucleo centrale di animazione e custode del carisma salesiano. Il direttore pro-tempore è don Renato Difuria.
Insieme ai religiosi lavorano altri Gruppi della Famiglia Salesiana (Ferrandine, Cooperatori, ex-allievi/e) e tanti laici impegnati, di cui alcuni rivestono ruoli di alta responsabilità
I VALORI
Sono anzitutto i valori Cristiani: la persona di Gesù è il modello cui ci ispiriamo. Dall’incontro con Lui prende forza il nostro cammino educativo ed evagelizzatore. Il Vangelo è il nostro punto di riferimento.
Siamo profondamente inseriti nel contesto ecclesiale cattolico: la Chiesa è la nostra casa e i vescovi e il Papa sono le nostre guide.
Siamo poi figli dal carisma salesiano che prende nome e ispirazione da San Francesco di Sales e dal suo profondo umanesimo cristiano al quale don Bosco dà una lettura adatta al suo tempo, ma con una interpretazione dinamica che lascia una porta aperta alla creatività in vista di contesti futuri nuovi.
Don Bosco sintetizzava il suo sforzo educativo nel formare “onesti cittadini e buoni cristiani” sottolineando così lo sforzo di una promozione integrale del giovane, orientandolo a Cristo, uomo perfetto.
Da qui la centralità della persona che privilegia il rapporto personale e diretto, l’attenzione alla formazione cultura, umana e religiosa.
E tutto in stretta collaborazione con la Famiglia, che, insieme al giovane, è la vera titolare dell’educazione. Siamo fermamente convinti che non si può fare un vero cammino educativo senza una stretta collaborazione con i genitori. Perciò ci sentiamo profondamente impegnati nella formazione di famiglie consapevoli della loro identità e dei loro compiti.
Metodo Educativo
Il Metodo educativo pastorale è quello di don Bosco, chiamato comunemente “Sistema o Metodo preventivo”. Ecco alcuni elementi fondanti.
- Tutto il giovane: La pedagogia di don Bosco riguarda il giovane nella sua interezza : gli aspetti umani, culturali e spirituali armonizzati nella persona del giovane.
- Fiducia nell’educazione : “L’educazione può cambiare la storia”. L’educazione ha come finalità quella di formare “buoni cristiani e onesti cittadini”
- Ottimismo : “Non ho conosciuto un giovane che non avesse in sé un punto accessibile al bene.” Un ottimismo realista che tiene conto del positivo presente in ogni giovane, ma che anche di avere a che fare con degli elementi “inquinanti” provenienti dal cuore del soggetto o da cattivi influssi della società.
- La prevenzione : “Meglio prevenire che curare” : l’educatore deve offrire al giovane gli strumenti per affrontare in maniera autonoma le scelte della vita.
- Le tre parole fondamentali:
Ragione : favorisce il dialogo, la capacità di giudizio critico, la responsabilità e il formarsi di convinzioni personali capaci di dare un senso alla vita e alle proprie scelte.
Religione : sviluppa un atteggiamento di ricerca verso il Trascendente e solidale verso le necessità di tutti gli uomini, nell’accoglienza del messaggio del Figlio di Dio.
Amorevolezza : favorisce un ambiente familiare, ricco di rispetto e di fiducia, adatto ad una equilibrata maturazione sociale ed affettiva. Don Bosco voleva che nei suoi ambienti ciascuno si sentisse a ‘casa sua’. La casa salesiana diventa una famiglia, quando l’affetto è ricambiato e tutti si sentono accolti e responsabili del bene comune. - Stile di presenza. Ogni ambiente salesiano è:
Casa che accoglie.
Parrocchia che evangelizza.
Scuola che avvia alla vita.
Cortile dove vivere l’amicizia e l’allegria.